martedì 5 febbraio 2013

Bubbles of Fashion

Avevo introdotto precedentemente il concetto di "Bubbles". Piccoli universi, MICROCOSMI in cui prende vita un mondo; frutto delle visioni di moda di noi designers. Un concetto bello e stimolante. Sei realtà indipendenti - ognuna con caratteristiche peculiari che rispecchiano l'anima e la mente dell'autore - che si legano tra loro grazie ad un tema sovrano: la moda. Questo il progetto dietro il favoloso evento organizzato da IED Roma durante Altaroma.





Sei Bubbles corrispondenti a sei menti, sei creativi, sei visioni diverse. Sei mondi che vengono fuori da diverse inspirazioni e che vengono trasmessi con disparate suggestioni. Si parte dai libri, dall'arte, la scultura, il cinema o, ancora, la filosofia. In ogni bolla le nostre visioni si concretizzavano con un video e una sintesi degli outfit proposti nel progetto tesi di noi studenti dello IED.

Il mio mondo suggeriva diverse idee a prima vista. Non aveva ispirazioni palesi e bisognava perdersi nei dettagli per capire tutti gli spunti di riflessione che hanno portato al risultato finale.
Il racconto prende origine dalla lettura dei testi dei poeti maledetti; i componimenti di Baudelaire e Verlain mi hanno fatto pensare ad un viaggio. Un viaggio onirico, inteso come necessità di astrarsi e liberarsi da una dimensione reale soffocante nella quale non ci si riconosce. Così ho delineato la figura di questa giovanissima donna che non si riconosce nel proprio mondo. Sentendo il bisogno di liberarsi sogna la propria immagine di donna. Si catapulta, così, in un mondo di opulenza e sofisticatezza - tra i "meravigliosi edifici dell'impalpabile" (La Zuppa e le Nuvole, Baudelaire) - dove, però, l'ironia della gioventù pervade ogni cosa. Nella sua immagine giungono contaminazioni da diversi guardaroba; oltre al proprio gioca con i capi provenienti da quello del papà e della mamma. L'immaginario maschile si concretizza nei dettagli che equilibrano gli insiemi. I classici tessuti diagonali in vigogna, ad esempio, si piegano a forme leziosamente femminili. Nelle camicie, invece, tutti i dettagli rimandano ad un uomo classico; le abbottonature grosse, i colletti, il plissè ed i taschini creano uno stridente contrasto quando si mescolano a tessuti trasparenti tipici dell'immaginario femminile. Della sua infanzia la protagonista conserva gelosamente i nastri che un tempo le reggevano le trecce ma che si tramutano, ora, in complesse acconciature. Il corpo si veste di nuove forme; creando una silhouette in cui si alternano drappeggi, cadute, pieghe, un complesso alternarsi di pieni e vuoti frutti di uno studio geometrico e matematico della forma. Partendo da una forma piana con sole due dimensioni - riconducibile all'ipotesi di Reimann - ho apportato modifiche cambiando vertici e centri e inserendo, nelle due sole dimensioni originarie, una terza: la profondità data dal corpo che indossa l'abito. Nella complessità dell'insieme le diverse costruzioni si fondono; le forme avvolgenti, i volumi esagerati, il gioco di pieni e vuoti creato grazie alle costruzioni ed alle pesantezze dei tessuti si incastrano in precarie armonie matematiche.Tutto questo è "Paris Maudit".

A supportare questa visione creativa c'è stata una fantastica collaborazione con persone eccezionali! Elia Acunto che ha realizzato un video del mio progetto; Alessia Caliendo che ha curato lo styling e Gaetano Alfano che con me ha curato i contenuti fotografici e la grafica. In un prossimo post mostrerò il frutto di questa collaborazione di menti creative.






Compagni in questa fantastica avventura e protagonisti dell'evento insieme a me sono stati Emilia Biscuso, Sergio Campese, Mario Gallo, Valeria Panci e Matteo Stani.




Emilia rende omaggio ad Alvar AAlto combinando, seguendo il concetto di architettura organica, materiali naturali ed artificiali.

Sergio crea una donna immortale protagonista di una rinascita continua le cui forme vengono distorte e fissate con straordinarie lavorazioni materiche.

Mario presenta un progetto di styling che vuol essere un omaggio alle donne di Almodòvar esasperate nei loro contrasti cromatici e nelle fantasie e con l'inserimento di elaborazioni grafiche.

Valeria si ispira al lavoro di Jason De Caires Taylor e al mondo sottomarino ricreato attraverso minuziose lavoazioni su tessuto giocando sulle trasparenze.

Matteo riprende la seconda topica di Freud ricreando le partizioni dell'essere e le sfaccettature della sua donna combattuta tra innocenza, sensualità e pudicizia.







1 commento:

  1. This is fucking awesome!!!
    (sai con quale intonazione leggerlo...)

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